Versi diversi

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09 aprile 2009

Poesia meta-semantica per geni compresi: il Nantone.

Va ben oltre Palazzeschi e il Futurismo. La poesia meta-semantica o puramente fonetica, al di là d’ogni plausibile significato logico-verbale, tenta la via della pura musicalità ritmica, d’un eversivo non-sense, fino al limite del nichilismo anti-artistico (se non si rivelasse subito auto-ironica). Rinuncia al significato verbale per imitare la musica, anche quella d’avanguardia... I Futuristi sembrano inguaribili tradizionalisti, al confronto. Ma non mancano precedenti illustri a cui mi sono ispirato. Ecco alcuni versi di una poesia meta-semantica dell'orientalista e antropologo Fosco Maraini, padre di Dacia:

«Il lonfo non vaterca né gluisce / e molto raramente barigatta / ma quando soffia il bego a bisce bisce / dilenga un poco, e gnangio s' archipatta....»

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LA PISPA DI NANTONE

Oh, nantone, nantone, perché ti ritelli?

Spande la sirta lieve i suoi travanni

e il blavin colso supera l’irtallo.

Giù nella truina trufa il topogo

e l’afio sgueglio emolle il trigorago.

Vedi? Una medra avevi alla stelma

e col bisetto vivevi da alife. E allora?

Il quispolone e la tisa ora servi,

e l’oporino ti attende al martegallo.

Quanti visaggi, eh, quanti visaggi?

Come se il tormo e l’irca ti tanfassi!

Senti a me: lurpa le dispi e talli,

e più non quemolare.

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AGGIORNATO IL 22 MARZO 2015