Versi diversi

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19 marzo 2006

Poesia e non poesia

Che Croce, gli fa male il Dante.
Presto, serve un dantista.


Teologia e filosofia appesantiscono molti versi della Commedia di Dante Alighieri. Perfino gli studenti di liceo si accorgono che in certe aride e pedanti descrizioni del poema c'è tutto fuorché poesia. Specialmente nel Paradiso, come avevano fatto notare i critici romantici. Sa tanto di artificio, di pesante struttura teologica. Pensate, per esempio, alla configurazione della "rosa", in cui dovrebbe culminare il Paradiso, se non sbagliamo. Ci siamo sempre rifiutati di studiarla, e neanche a farlo apposta proprio su questa fummo interrogati da un pignolo prof alla maturità. Per fortuna eravamo bravissimi in italiano e rimediammo con le altre risposte. Ma ci vendicò il grande critico e filosofo Benedetto Croce. Fu lui a teorizzare degnamente il rapporto tra poesia e non-poesia in Dante. Eppure, amcor oggi, i "dantisti" scolastici non riescono a guarire dall'inutile dolore dell'erudizione i poveri studenti. Verrà un giorno - auspicammo a diciott'anni - in cui Dante sarà "il più sopravvalutato dei grandi poeti", se non "il più grande dei proeti sopravvalutati". Anche per questo, non possiamo non dirci crociani.