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14 novembre 2008

Parchi urbani

LA NATURA IN CITTA'

Era dentro ma fuori dal centro della Città 
il grande parco selvaggio e naturale 
che per la sua aria deserta
attirava così tanta gente, 
una folla, praticamente. . 
Ed era così perfetta quella Natura in Città 
da sembrare una perfetta Città della Natura. 
Anzi, una Natura più perfetta, 
senza le imperfezioni della Natura 
che, come tutti sanno, hanno i parchi fuori Città.
E così la voce si sparse, e la gente di Città 
che non ama la Natura 
cominciò ad accorrervi dai luoghi più lontani 
per ammirare la Natura più bella e meravigliosa: 
quella fuori dalla Natura 
ma dentro la Città, la Città della Natura. . 
E l'assessore all'ecologia la ornò 
di alberi esotici e tanta ghiaietta, 
perché entrando nelle scarpe lasciasse 
il ricordo tangibile della tipica Natura in Città. 
Quello alla viabilità aprì strade e piazze, 
con la loro targa di marmo. 
Se no, che Città della Natura sarebbe? 
Quello al commercio aprì chioschi e bar 
con bibite, gelati e caffè, 
perché gli amici della Città, e i nemici della Natura 
non dicessero che la Natura mancava di tutto, 
a differenza della Città. 
E quelli al Demanio e al Patrimonio 
fecero pagare il biglietto all'ingresso, 
perché nessuno potesse dire che 
la Natura in Città vale meno della Città e della Natura. . 
E se ne accorse anche la stampa 
che mai si era occupata di Natura fuori Città, 
anzi a ben vedere non aveva mai amato 
né la Natura né la Città, 
ma che a quanto pare aveva un debole 
per la Città della Natura. . 
E le agenzie di viaggio portarono turisti 
dai più lontani luoghi fuori Città. 
Perché loro, si sa, avevano tanta Natura, 
ma non la Natura in Città. . 
Insomma, fu proprio una bella idea 
(già, come non averci pensato prima?) 
quel grande parco selvaggio e naturale 
appena dentro ma fuori dal centro della grande Città. 
Così deserto di gente da attirare una folla 
di amanti della Natura in Città, 
la vera, unica, Città della Natura.

AGGIORNATO IL 16 AGOSTO 2022

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

E con questa satira la stucchevole retorica dei parchi urbani, molto inurbani, è servita. Anche se sono meglio di niente.

15 novembre 2008 alle ore 11:07  
Anonymous Anonimo said...

Graffiante.

16 novembre 2008 alle ore 13:23  
Anonymous Anonimo said...

Ironia a palate. Ma scritta in modo delicato. Complimenti. Al prossimo incontro a Villa Pamphili...:-)

28 novembre 2008 alle ore 13:41  
Anonymous Anonimo said...

Hai tolto la pelle ai cittadini stupidi e agli assessori ipocriti. Bellissima satira: perfetta miscela di forma lieve e concetti taglienti.

8 dicembre 2008 alle ore 16:24  
Anonymous Anonimo said...

E' evidente che ce l'hai con Villa Pamphili, perché gli altri parchi romani è da molti decenni che non hanno più angoli selvaggi.

10 dicembre 2008 alle ore 17:07  
Anonymous Anonimo said...

BBBELLISSIMA!

17 dicembre 2008 alle ore 13:13  
Blogger Nico Valerio said...

Ma no, parlavo in generale, della aberrazione finto-ecologica dei parchi cittadini italiani, gestiti come una grande aiuola artificiale, dove tutto (G.all'italiana) è schematico, artificiale, finto, da guardare da lontano (guai mettere i piedi sull'erba). Un morboso piacere di testa. Evviva i giardini inglesi, allora.
Ecco, allora meglio villa Pamphili.(una parte, per lo meno, per fortuna grande). Ma anche lì la distruzione dei nuovi Attila, i giardinieri del Servizio Giardini, sadici tagliatori di piante... E se ci fosse un regolamento: chi taglia un arbusto o un albero ne deve piantare almeno due nel medesimo posto?

3 novembre 2010 alle ore 00:58  

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