Versi diversi

EPIGRAMMI, SATIRE, AFORISMI, LIRICHE, RITRATTI E ALTRI DIVERTIMENTI

31 marzo 2009

Crudelia, virago per celia

L’avevo vista lanciarsi dal bus in corsa
nell’ora di punta
con posa plastica, planante,
da vera paracadutista della vita,
mènade urlante e proterva
bellissima e ignorante.
.
Comandava
uno stuolo di maneschi
perduti giovinastri
che forse allevava segretamente
in remoti antropocèi
con i modi bruschi e grotteschi
dell’arroganza virile
appresi nei film sulla Legione
o nei western di terza visione.
.
L’ho riconosciuta vent'anni dopo,
l’altro ieri,
davanti a un locale di musica rock
fasciata strettissima di nero lucido
con lo spacco dell’inguine evidente
e il monte di Venere in avanti,
lanciarsi con una moto da corsa
nel traffico dell’ora di punta
con posa plastica, planante,
da vera paracadutista della vita,
tra una coorte di dolicocefali
con i capelli tagliati a spazzola
stupefacenti stupiti stupidi stupendi.

30 marzo 2009

Vini e Oli

Figuratevi se all’Osteria del Falcone
mi mischio con i vecchi del rione.
Ma ieri tra le tante baggianate
una mi piacque assai e la ridico:

.
L'uomo è il vino e la donna è l'olio,

ripeteva l'Osvaldo del Sant'Orso
sbattendo le carte sul tavolo.

.
Strano, avrei detto il contrario, dico.

Tu, risponde senza guardarmi,
‘un ne indovini una:
Come il vino, l'uomo vecchio è più bono,

se è bono.
Come l’olio, la donna nuova è più bona,
se è bona.
.
E se è cattiva? domanda il Bischero.
Dio ci scanni,
fa l’Osvaldo, non sentirà mai gli anni.

09 marzo 2009

Le more di Leopardi

Uomo che sulla scala guarda oltre il muro (Rodney Smith) 

.

LA SIEPE DI ROVO

Stolta nutrice ignara d’animi geniali,
al perfido Giacomino offerì l’ali:

un sorbetto di frutti di rovo rude
di “quella siepe che il guardo esclude”.

Ma anziché invocar illogica vedetta,
non poteva munirsi d’un’umile scaletta?

Però, a quel desso il dolce prende il core:
”E il naufragar m’è dolce in queste more”.

. .
.

Leopardi, così rivela il Ranieri che ne era intimo amico, era molto goloso. Lo scorso autunno, gustando una gelata coppa di more al limone con panna, me ne uscii con una delle mie solite – è il caso di dirlo – freddure. Una parafrasi leopardiana che finisce a sorpresa con un errore di lettura da parte del tipografo dell’800: "E il naufragar m'è dolce in queste more". E mi scrissi un appunto. Ora l'ho ritrovato e vi ho voluto costruire sopra, a freddo, una satira, una storia, che lo giustificasse. Insomma, come a immaginare in maniera iconoclastica (essendo io un grande estimatore della poesia e dell'intelligenza di Leopardi) che quella follia, quel finto errore di stampa, potessero anche avere un perché. Insomma, “L’Infinito”, insomma, sarà pure ineffabile, però non è intoccabile. E una siepe, se di rovo, avrà pure i suoi saporitissimi frutti.

AGGIORNATO IL 16 AGOSTO 2022.

IMMAGINE. Foto di Rodney Smith.